Cap. VIII
Felice conclusione del racconto dei tre giorni di musei in cui affrontammo un'orda di orientali per vedere la Madonna Lisa

 

Oggi è l'ultimo dei tre giorni dedicati ai musei parigini. Il gran finale prevede la visita del Louvre. Siamo consci che tutto il Louvre non è visitabile in modo adeguato in un solo giorno. Decidiamo di dedicare la maggior parte del nostro tempo ai settori di nostro interesse e di dare un'occhiata al resto di passaggio. Arriviamo al Louvre verso le 9. Usufruiamo dell'entrata riservata ai possessori del Paris Museum Pass e, senza alcuna coda, ci ritroviamo all'interno del museo. Visto da fuori il Louvre appare immenso. All'interno si è a continuo rischio di perdere l'orientamento. Fortunatamente all'entrata è disponibile una mappa del museo.
Il primo settore che visitiamo è quello dedicato alla pittura del XVI secolo. Quadri come quelli di Rubens visti dal vero sono ancora più belli che nei libri. Dedichiamo molto tempo a questo settore, in particolare alla pittura olandese. Mio padre mi ha chiesto un rullino di scatti tutti su un paio di quadri di Vermeer, La merlettaia ed Il geografo. Uno dei due è incluso nell'audi-guida del museo ed è preso d'assalto da orde di turisti. Ci vuole almeno una mezz'ora per completare il rullino dopodiché continuiamo il nostro giro.
Prossima meta, il settore dedicato all'Egitto. Di passaggio diamo anche una occhiata alla parte Babilonese che si rivela molto interessante. Qui si trova anche il mitico codice di Hammurabi. Tra mummie, pergamene e statue passa un bel po' di tempo ed è già quasi ora di pranzo. Il Louvre è fantastico e pieno di così tante cose che ci vorrebbero settimane per poter apprezzare tutto. Dato che per noi questo non è possibile, decidiamo di puntare verso la famosa Monna Lisa, ultima meta della nostra visita. Vogliamo però passare anche per la parte dell'antica Grecia. Qui, oltre alle bellissime statue, risaltano anche i vasi bianchi e neri con raffigurate scene di guerra, atletica e gioco. Ah! La tauromachia!
Il percorso da seguire per arrivare alla Monna Lisa è piuttosto lungo e ci dà la possibilità di vedere molte altre cose. Il lungo corridoio finale è pieno di quadri stupendi. Un nugolo di visitatori è fermo di fronte alle curiose tele di Arcimboldo. Trovare la Monna Lisa non è difficile sia per i numerosi cartelli che per l'immensa folla che vi si para davanti. Avvicinarsi è davvero un'impresa ma la soddisfazione è principalmente quella di aver finalmente visto dal vero questo famosissimo quadro. I Giapponesi fotografano senza sosta e sgomitano come forsennati pur di poter arrivare a pochi centimetri dal quadro che, tra l'altro, si vede malissimo grazie al massiccio vetro protettivo che riflette le luci della sala. Contenti loro…

La visita è finita. Dedichiamo giusto qualche minuto al pranzo e ci mettiamo subito in cammino verso le isole. Qui vorremmo riuscire a vedere la Conciergerie, la Saint-Chapelle e a salire sulle torri di Notre-Dame.
Tutte e tre chiudono presto e non ci rimane molto tempo. Sono ormai le 15. Cominciamo dalla Conciergerie che si rivela piuttosto deludente. La storia è la cosa più interessante di questa struttura la cui visita ci porta via poco più di una mezz'ora. Non c'è poi molto da vedere e le stanze sono piuttosto spoglie e vuote. Mi aspettavo di meglio. Il lato positivo è che rimane ancora tempo per sperare di portare a temine il progetto di visite.

Della Saint-Chapelle sapevo poco e mi aspettavo altrettanto poco. Appena entrati le mie idee sembrano confermate. Le famose vetrate non sono poi nulla di speciale. Poi Magda mi fa notare che c'è anche un piano superiore. Diffidente, la seguo. Lo spettacolo di quella che poi apprendo essere la vera cappella, è stupefacente. Le vetrate sono veramente bellissime ed i colori riempiono l’aria. La cappella non è grande e la si vede tutta senz doversi spostare. Trovate due sedie ci sediamo ad ammirare leggendo quello che la nostra guida dice della Saint Chapelle e delle sue vetrate. Dopo qualche decina di minuti di attenta contemplazione lasciamo la cappella per dirigerci verso le torri di Notre-Dame.

Purtroppo qui la lunga fila non si può saltare con il Paris Museum Pass. Entriamo nella coda in un punto in cui i cartelli segnalano “almeno un’ora di attesa”. In effetti, l’ora successiva la passiamo tutta in fila. Siamo tra gli ultimi ad entrare prima della chiusura.
La salita non offre viste prima di arrivare in cima alla cattedrale dove, all'improvviso, si mostra uno dei più bei panorami parigini. I famosi gargoyles sono vicinissimi e da qui si possono vedere tutte quei dettagli che dal basso risultano invisibili. L'effetto vertigini è piuttosto forte e questo attenua i miei personalissimi entusiasmi. I cornicioni sono ben recitanti con reti di ferro. Nonostante ciò mi è difficile godere a pieno di questo momento. Vediamo anche la campana maggiore di Notre-Dame. Questa, leggiamo, è stata suonata per l'ultima volta nel 1944 per celebrare la liberazione della Francia.

Sono ormai le 19.30. A quest'ora, è ormai diventata una abitune la visita al Centre Pompidou. Per la quarta volta in quattro giorni torniamo al centro. Oggi ci resta da visitare l'ultimo piano del Musée d'art Moderne. Anche questa parte del museo, come era accaduto ieri, ci lascia tra l'incuriosito, l'affascinato ed il perplesso. Tra le tante cose ricordo con piacere la mia prima opera dal vero di Andy Warhol Ten Lizes.
Anche oggi lasciamo il centre Pompidou alla sua chiusura. Ormai le guardie ci conoscono e cominciano a pensare che stiamo studiando qualche colpo per i prossimi giorni. Noi invece, dopo questa tre giorni di musei, siamo piuttosto a pezzi e per i giorni successivi prevediamo qualcosa di meno intenso. con quest'idea ci ritiriamo in albergo dove, dopo una cena abbondante, ci lasciamo cadere nelle braccia di Morfeo.