Cap. I
In cui si racconta dell'incontro con Herzigova e Casta sul volo Roma-Parigi, della sitemazione in un bell'albergo e della "follia" da noi intrapresa

 

Dopo una lunga attesa finalmente giunge il giorno della partenza. L'aereo parte da Roma Fiumicino la mattina presto. Questo ci garantisce un pomeriggio intero per un primo contatto con Parigi. Al check-in l'Alitalia ci fa un bel regalo mandandoci in business class nonostante il nostro biglietto di economica. Mentre la hostess controlla i biglietti sento dire che qualcuno ha avvistato la Herzigova. Una volta saliti a bordo la hostess stenta a credere che il nostro posto sia effettivamente in business ma dopo un doppio controllo del biglietto ci da il benvenuto con un sorriso smagliante (anche i sorrisi sono diversi in business!).
Dopo aver spazzolato la colazione e aver "prelevato" le posate come ricordo del viaggio in business mi accorgo che pochi posti più avanti siedono Herzigova e Casta di ritorno da una sfilata di moda tenutasi il giorno prima a Roma. Comincio a credere che questa vacanza inizi sotto favorevoli auspici.

Giunti a Parigi ritiriamo i bagagli senza aspettar troppo e subito ci dirigiamo verso la RER che ci avrebbe dovuto condurre nel centro di Parigi. Armati di mappa della metro, in meno di un'ora e senza difficoltà, raggiungiamo il nostro albergo "Le Royal Navarain". Il primo impatto è buono. Dopo aver compilato i soliti documenti e preso le chiavi ci avviamo verso la camera. In pochi secondi capisco perché le tariffe dell'albergo fossero così contenute. Ci sono lavori di ristrutturazione ai piani inferiori e c'è un bel po' di calce, polvere e rumore. In seconda analisi comincio a rimpiangere l'ostello col ragno che ci dormiva vicino dove soggiornammo a Praga l'estate prima. Arrivati in camera troviamo inoltre la signora delle pulizie ancora intenta a finire la camera. Lasciamo i bagagli in camera e la signora al suo lavoro decisi a cominciare l'esplorazione.

I primi passi sono random. Dopo poche centinaia di metri, con sorpresa, scorgo la cupola del Sacré Cœur. Inutile dire che la Basilica diventa il nostro primo obiettivo.
L'impatto con Montmartre è favoloso. Ci ritroviamo ai piedi della collina con la famosa giostra e la sua tipica musica alla nostra sinistra, la scalinata contornata da verdi aiuole di fronte e la bianchissima Basilica del Sacré Cœur in alto. Le frotte di turisti fortunatamente non rovinano il panorama e dopo aver scattato alcune foto ci apprestiamo a salire.
Tutta l'ascesa ha veramente qualcosa di mistico. Giunti in cima ci apprestiamo ad entrare nella Basilica. Dopo un giro piuttosto approfondito usciamo per proseguire attraverso le viuzze di Montmartre. Prima però, sfruttando la posizione, vogliamo riuscire a scorgere per la prima volta la Tour Eiffel. Da lontano l'impatto non è eccezionale anche se è una prima assoluta.

Montmartre non è grande ma ogni via ha qualcosa di speciale. Le varie bancarelle, gli artisti da strada e il fluire delle persone si fondono e si avverte la sensazione di far parte della vita pulsante che scorre tra i vicoli di Montmartre.
Con molta fortuna ci leviamo subito il "peso" di trovare una cartolina "Parigi by Night" per la mia collezione. A questo punto non sarà più necessario fermarsi ad ogni singolo negozio di souvenir!
Magda tira un sospiro di sollievo. Ci divincoliamo tra ritrattisti fino a raggiungere un posto più tranquillo dove consultare la sempre presente mappa.

A questo punto a me viene in mente quella che poi sarà battezzata come "La Follia".
Perché non provare a raggiungere a piedi la Tour Eiffel dato che, tra l'altro, ad occhio non sembrava così lontana? "Why not?" my risponde Magda e cominciamo a studiare la mappa.
Dopo 3 ore e approssimativamente 8Km a piedi raggiungiamo la Tour Eiffel. La soddisfazione è immensa anche contando che i chilometri sulle gambe ancora non sortiscono il proprio effetto. La prima cosa che mi colpisce è il colore della torre. Non grigio metallo ma marrone. Appare immensa e decidiamo di rimandare la scalata a giorno da destinarsi col tempo e la calma dovuti. Ci sediamo però sull'erba a contemplare la torre e a riposare.

Ormai stanchi cominciamo a pianificare il ritorno e la cena. Giunti in albergo, la camera ordinata e pulita si mostra piuttosto carina e comincio a pensare che il vecchio CTS è pur sempre affidabile. Sfruttiamo i panini avanzati a pranzo per la cena e concludiamo così il nostro primo giorno a Parigi.

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