Mt St Helens NVM

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Il Cascade Range è una catena montuosa che si sviluppa da nord verso sud lungo la costa ovest degli States, partendo dal Canada e giungendo fino al nord California. Vivendo a Seattle mi sono abituato alle nuvole che coprono il cielo e l'orizzonte per buona parte dell'anno. Durante l'inverno la neve si accumula sulle vette delle montagne del Cascade Range e quando la Primavera arriva le cime innevate che risplendono sotto il cielo azzurro rappresentano uno spettacolo unico. E' quasi difficile pensare che montagne di tale immensa bellezza possano anche generare distruzione e devastazione di uguale proporzioni. Molte delle montagne del Cascade Range sono infatti vulcani, alcuni ancora attivi, altri ormai dormienti da secoli. Il più attivo e pericoloso di tutte queste vette non è però Mt Ranier, ma Mt St Helens. Se non avete mai assistito ad una eruzione di un vulcano è quasi difficile capacitarsi di ciò che possa significare. Io ho avuto modo di parlare con persone che vivevano in questa zona quando, il 18 Maggio 1980 Mt St Helens eruttò, uccidendo 57 persone, migliagli di animali e spargendo ceneri a 80,000 ft nell'atmosfera depositate poi in 11 Stati. Le persone con cui ho parlato mi raccontavano di come il cielo si oscurò e di come le ceneri continuarono a cadere per giorni. Mt St Helens è oggi un National Volcanic Monument, una testimonianza della forza devastante della Natura, ma anche una testimoninza di come dalle ceneri di quella eruzione la Natura abbia già cominciato un nuovo ciclo di vita.

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Siamo quasi in cima!

Alcune info sul parco

Mt St Helens si trova a circa 150 miglia a sud di Seattle in una posizione strategica a metà strada tra Mt Rainier ed il bellissimo Columbia River Gorge situato al confine tra Washington ed Oregon. Ci sono tre entrate che portano a tre zone separate del parco.
La parte ovest può essere raggiunta in 3 o 4 ore di viaggio seguendo la I-5 e poi proseguendo verso est lungo la 504. Questa è anche conosciuta come Spirit Lake Memorial Hwy ed offre una salita da quasi 54 miglia, cominciando dalla cittadina di Castle Rock, passando per le foreste distrutte dall'eruzione del 1980 e culminando a Johnston Ridge, da cui avrete una vista spettacolare sul vulcano ed il suo cratere. Ci sono ben quattro Visitor Centers lungo la strada, ciascuno dei quali offre una diversa prospettiva sul parco, la sua geologia e l'eruzione del 1980. Se siete alla ricerca di un bel hike in questa zona, Boundary Lake è ciò che fa per voi. 4 miglia di cammino vi porteranno a Harry's Ridge con viste stupende su Spirit Lake.
Il versante est del parco è invece raggiungibile tramite la 131 e poi proseguendo verso est lungo la Forest Road 99. Questa potrebbe essere un'ottima sosta se avete lasciato Mt Rainier da sud e siete diretti verso l'Oregon. La strada passa anche qui all'interno di una foresta devastata dall'eruzione del 1980 e culmina a Windy Ridge da cui avrete un'altra bella vista sul vulcano e su Spirit Lake.
L'ultima entrata è a sud e conduce al trailhead da cui comincia la scalata alla cima del vulcano (di cui parlerò poco più sotto). Un'attrazione da non perdere in questa zona è Ape Cave, una delle caverne di lava più lunghe degli States. Dal trailhead potrete scegliere se provare una facile discesa da .75 miglia o se avventurarvi in un più difficile trail in salita da 1.5 miglia che vi porterà attraverso le caverne e poi in superfice dove un altro trail vi riporterà indietro.
Per quanto riguarda alloggi e ristoranti, per la parte ovest e sud del parco vi consiglierei di cercare qualcosa in una delle cittadine lungo la I-5. In teoria Mt St Helens può essere visitato in giornata e non c'è una necessità assoluta di dormire nelle vicinanze del parco. Se però volete tentare la scalata, allora Woodland potrebbe essere una buona soluzione.

La cima del vulcano

Se Mt St Helens offre un'esperienza unica nel suo genere anche solo guidando tra le foreste devastate dall'eruzione del 1980, a mio personalissimo avviso non c'è modo migliore di esplorare questo parco che conquistandone la cima. Mettiamo subito in chiaro una cosa, questo è un trail da 9 miglia, che vi porterà a 8,400 ft di altitudine dopo un'ascesa di quasi 4,700 ft. Questo non è un trail da prendere alla leggera, personalmente lo ritengo il trail fisicamente più duro che ho mai fatto. Ciò detto, la soddisfazione di conquistare la vetta e le vedute che si godono lungo il percorso rendono questo trail certamente una delle mie top-5 hikes.
Cominciamo dall'inizio però. E l'inizio, per questa hike, vuol dire molto probabilmente almeno qualche mese prima. Infatti per poter percorrere questa hike avrete bisogno di un permesso. I permessi vengono messi in vendita ad inizio Febbraio per l'intera stagione e vengono assegnati in modo democratico col principio first-come-first-served. In altre parole, prima prenotate meglio è. I permessi sono per una data specifica, costano una ventina di dollari e non sono rimborsabili. Ah, per ogni giorno ce ne sono solo 100 disponibili.
Se siete riusciti ad ottenere un permesso, il giorno dell'hike cominciate recandovi al Lone Fir Resort, nella cittadina di Cougar, lungo la strada verso Mt St Helens. Chiunque voglia fare l'hike deve registrarvi (è obbligatorio!) prima di continuare verso Mt St Helens, per poi ri-firmare al ritorno.
Da Cougar al parcheggio del trail head impiegherete circa 35 minuti in macchina. Vi consiglierei di cominciare l'hike all'alba. Se siete dei buoni camminatori, mettete in preventivo circa 8 ore di cammino tra andata e ritorno.
La nostra hikes comincia un bellissimo giorno di inizio Agosto, col cielo azzurrissimo e l'aria di montagna frizzante che ci aiuta a svegliarci dopo l'alzataccia delle 5. Cominciamo subito di buon passo, il primo tratto del trail passa attraverso una foresta ed è piuttosto pianeggiante. C'è ancora della neve lungo il trail, e siamo in Agosto! Due cose mi sorprendo immediatamente. Primo, l'aria frizzantina si alterna a ventate di aria calda, quasi provenissero dal battito ritmico del cuore del vulcano. Secondo, dopo neanche mezzo miglio siamo praticamente senza fiato. Non ci era mai capitato prima, ma anche essendo in buona forma fisica ed abituati a camminare in montagna, a questa elevazione l'aria rarefatta si fa sentire. Fortunatamente i nostri polmoni non ci mettono molto a regolarsi, e possiamo proseguire senza problemi.
La foresta pian piano si apre, prima lasciando intravedere la cima del vulcano e poi offrendo le prime viste sulle altre montagne nei dintorni, incluso Mt Adams che non avevamo mai visto così da vicino.

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La vista dal bordo del cratere, con Spirit Lake e Mt Rainier sullo sfondo

Mentre il trail sale e foresta lascia spazio a rocce le vedute diventano sempre più sconfinate. Riusciamo perfino a vedere Mt Hood in Oregon!
In modo piuttosto improvviso il trail vero e proprio finisce e cominciamo a capire perché questa di solito viene chiamata una scalata e non una passeggiata. In pratica bisogna camminare su enormi massi, usando come unico riferimento dei paletti che indicano il percorso da seguire. Non oso immaginare come sia possibile proseguire in una giornata nuvolosa, in cui molto probabilmente la nebbia avvolgerebbe l'intera zona. Nonostante questo tratto possa sembrare complicato, è solo un facile esercizio in preparazione a ciò che seguirà. Il tratto immediatamente seguente è però relativamente semplice, sempre in forte salita lungo un crinale ma almeno si cammina su qualcosa che ricorda vagamente un sentiero. In questo tratto la cima sembra abbastanza vicina, ma è meglio non rilassarsi perché è solo un effetto ottico e la parte più dura del trail è ancora di fronte a noi. Arrivati alla fine del crinale, comincia un nuovo tratto di enormi massi. Qui indossiamo i guanti che ci eravamo portati da casa perché non c'è modo di proseguire senza utilizzare mani e piedi per arrampicarsi. Almeno tre o quattro volte la prospettiva ci inganna e pensiamo di essere errivati alla fine della zona dei massi. Invece questo tratto è così inclinato che arrivati in cima ad una sezione si scopre un breve tratto piatto e poi un'altra sezione di massi. Fisicamente questo è il tratto più duro, ma anche psicologicamente è difficile non lasciarsi andare quando ogni volta il traguardo viene spostato.
Dopo quelle che sembrano un paio d'ore passate ad arrampicarsi su questi enormi massi si arriva finalmente alla fine di questa sezione. La cima è ormai a non più di 400 metri di distanza, ma lo strappo finale è un'ammazzata. Infatti non solo la salita è praticamente verticale, ma si cammina sulle ceneri dell'eruzione. Pratimante è come camminare su una spiaggia in salita, dove per ogni due passi che facciamo, le ceneri ci risucchiano un passo indietro. Il tutto arriva dopo più di quattro ore di cammino e nei dintorni delle ore più calde della giornata. Ma la cima è ormai troppo vicina, la possiamo quasi toccare. Ormai è pura adrenalina a spingerci fino al traguardo. E quando arriviamo, lo spettacolo è assoluto. Siamo sul bordo del cratere, col cuore pulsante del vulcano che batte sotto di noi. Diverse fumarole riempiono l'aria di un odore che abbiamo già sentito a Yellowstone e Lassen Volcanic.
Ma ciò che non dimenticheremo mai è la veduta a 360 gradi che si gode. Mt Rainier e Mt Baker a nord, Mt Adams a est, Mt Hood e un'altra montagna molto distante a sud, che potrebbe essere Mt Jefferson in Oregon o qualche altra cosa che non riconosciamo.
Seduti sul cratere, ci riempiamo gli occhi e l'anima di queste vedute. Dopo circa mezz'ora non rimane che tornare indietro. Sarà lo spettacolo che abbiamo appena vissuto, sarà che adesso è tutto in discesa, ma il ritorno sembra volare. In realtà impieghiamo poco meno che per la salita ed arriviamo al trail head allo scoccare delle 8 ore di cammino. Siamo stanchi ed eccitati allo stesso tempo. Essere sulla cima di un vulcano è una esperienza unica. La sensazione di essere minuscoli ed impotenti nel mezzo della Natura non è mai stata così chiara.

Recensione pubblicata la prima volta su www.forumviaggiatori.it il 12 Luglio 2009