New York 07-08
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data: |
29 December 2007 |
alloggio: |
Cosmopolitan Hotel |
prezzo: |
$190+tax |
Summary |
Chinatown |
Little Italy |
Mid Manhattan |
Times Square |
Soho |
Greenwich Village |
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Magda a Washington Square Park,
nel Greenwich Village
Saturday, 29th December
Come accadde l'anno scorso quando andammo in Florida, anche quest'anno
decidiamo che il modo migliore per organizzare il volo da Seattle alla
East Coast e' di viaggiare di notte. Il nostro aereo parte da Seattle
puntualissimo e, nonostante il sonno sia interrotto piu' volte, arriviamo
a New York alle 7 di Sabato mattina, tutto sommato riposati e con l'intera
giornata davanti a noi!
JFK non ha la fama di essere l'aeroporto piu' customer
friendly del mondo ma ad eccezione dell'attesa dei bagagli un po' piu' lunga
del solito, non abbiamo alcun problema e siamo pronti a dirigerci verso
Manhattan intorno alle 8.
Avevamo gia' deciso che avremmo preso un
taxi, che da JFK a Manhattan costa una tariffa fissa di $45+tip+tolls.
Occhio che il contrario non e' vero!
Da Manhattan a JFK pagherete il normale chilometraggio.
In circa 40 minuti
arriviamo di fronte al nostro hotel, il Cosmopolitan. Questo hotel si trova
in zona TriBeCa (che e' una abbreviazione per
Triangle Below Canal (street)).
Naturalmente e' troppo presto per
fare il check in ma ci permettono di lasciare i bagagli e quello e' tutto
cio' di cui abbiamo
bisogno prima di cominciare a girare la citta'. Notiamo subito che
abbiamo due stazioni della metro praticamente davanti all'hotel,
cosa che ci fa molto piacere considerando che con la metro a NY si va praticamente
ovunque. Oggi pero' eviteremo (almeno all'inizio) la metro
e cominceremo ad esplorare NY a piedi.
Chinatown
Dopo una veloce colazione a Starbucks (a Seattle a lavoro ci regalano
sempre gift cards di Starbucks e ne abbiamo abbastanza da poter far colazione
per tutto il soggiorno a NY!) ci mettiamo in moto. Con una mappa alla mano
ed una idea piuttosto vaga di dove ci stiamo dirigendo, arriviamo in una
quindicina di minuti a Chinatown. E' ancora presto e molti negozi/banacarelle
sono chiusi ma questo quartiere e' gia' attivissimo. In puro
stile cinese nessuno si cura di te e dobbiamo farci spazio tra spintoni
e collisioni di vario genere. Ormai viviamo negli States da 4 anni e ci
siamo abituati allo stile americano in cui nessuno ti toccherebbe mai e
anche se ti passano a un metro di distanza lo fanno sempre con un amichevolissimo "excuse
me".
Fortunatamente sia il mio DNA italiano che quello polacco di
Magda ci aiutano e ben presto ci ritroviamo a slalomeggiare senza problemi
tra le orde di orientali che passeggiano (diciamo, marciano) lungo le affollatissime
e chiassosissime vie di Chinatown. Un'altra cosa che sulle prime
ci colpisce sono queste signore che, quando passi, ti gridano qualcosa
e ti fanno vedere un volantino plastificato con diverse foto di oggetti
colorati. Dopo due o tre "aggressioni" capiamo che cio' che
urlano e' "hand bags!" (anche se il suono e' piu' simile
a "ha-be'!") e che le foto sul volantino rappresentano
proprio le suddette borse. Capiamo quindi che questa e' una sorta
di commercio in nero, e ne abbiamo la prova quando vediamo tutti i volantini
sparire al passaggio della polizia. Anche di questo ce ne eravamo quasi
scordati: da noi nel Northwest il mercato nero non esiste (o, per lo meno,
non si vede e non abbiamo idea di dove trovarlo, se esiste). Il buon vecchio
mercato nero, con le scarpe taroccate nella Nikke o le borse di Dolge e
Cabbana! Che ricordi!
In definitiva Chinatown e' come ce la aspettavamo,
con tanti colori, molta confusione e vagamente inquietante.
La lasciamo
quindi senza troppi rimorsi, anche se Magda ha adocchiato un paio di cose
che vorrebbe tornare a vedere con piu' calma.
Macy's, il negozio piu' grande e sopravvalutato al mondo...
Little Italy
Adiacente a Chinatown c'e' Little Italy, ormai ridotta a poca
cosa causa "espansione" di Chinatown. Il grosso di Little Italy
ormai si sviluppa lungo Mulberry St, diciamo a nord di Canal St.
I pochi
isolati che sopravvivono sono comunque carucci, con gli idranti e la
segnaletica dipinti di verde bianco e rosso e gli addobbi di ogni genere
sempre in tricolore.
Diciamo che Little Italy e' un versione su grossa
scala di quella che e', in generale, l'interpretazione degli
americani dell'Italia.
I nomi dei ristoranti sono quelli piu' classici che potreste immaginare: "Paesano
of Mulberry Street", "Benito" (e "Benito
II",
tanto per essere creativi), "Rocky's Italian
Restaurant",
senza dimenticare chicche con errori grammaticali come "L'ulivo
Focaccheria". Le vetrine contengono le cose piu' classiche
che potreste immaginare (un prosciutto, pacchi di pasta Barilla, una foto
del Papa, un poster con Cannavaro che solleva la coppa…). La gente
poi, sembra venir fuori direttamente dai Sopranos, con i proprietari dei
ristoranti in giacca e cravatta che scambiano chiacchere lungo la strada
e le vecchiette che ricordano tutte la mia bisnonna. In definitiva l'esperienza
vale la pena. Se non altro ci si fa un'idea di come gli Americani
immaginano l'Italia.
Mid Manhattan
Continuiamo la nostra passeggiata dirigendoci verso SoHo e Greenwich
Village.
Passeggiando finiamo su Broadway che in questa zona e' piena di
negozi veramente interessanti. Questa e' un'altra differenza
che notiamo immediatamente tra NY e la costa ovest. Dalle nostre parti
il 99% dello shopping e' fatto nei grandi magazzini e trovare qualcosa
di interessante al di fuori dei soliti JC Penny, Macy's, Nordstrom,
Target… e' cosa ardua. Qui a NY invece ritroviamo tutta una
serie di negozietti con aritcoli originali, simili a cio' che si
trova in Europa ma quasi completamente assente sulla west coast.
Procedendo
lungo Broadway e entrando in quasi tutti i negozi (almeno a me sembra di
entrare in quasi tutti, Magda sono sicuro ne avrebbe trovati molti altri
da vedere) impieghiamo un paio d'ore ad arrivare fino
all'altezza del Greenwich Village. Devo ammettere che un tempo avrei
organizzato questo viaggio ad un livello di dettaglio tale che avrei saputo
per filo e per segno che itinerario percorrere in Greenwich Village. Oggi
invece abbiamo solo una vaga idea di cosa il GV abbia da offrire. Sono
d'accordo sul fatto che spesso questo livelo di dettaglio non e' necessario,
ma il GV e' piuttosto grosso e non e' che ci siano indicazioni
del tipo "per la parte turistica andare di qui". Finiamo quindi
per toccare la parte esterna di GV (lo scopriremo in seguito) senza riuscire
a trovare le strade piene di negozzietti e le case in mattoni rossi che
hanno reso celebre questo quartiere. Un po' scoraggiati ce ne andiamo,
sapendo pero' che avremo altre occasioni per tornare in questa zona.
L'unica cosa che visitiamo e' Washington Square Park (carina)
ed il suo immenso arco in stile Arc de Triomphe.
La passeggiata proseque
quindi verso Union Square. Sono circa le 13 e ormai stiamo solo aspettando
le 15 per poter tornare in albergo e fare il check in.
A Union Square rimaniamo
piacevolmente sorpresi dal bel mercatino, con moltissime bancarelle che
vendono frutta e verdura fresca ed altri prodotti di artigianato locale.
Non manchiamo una veloce visita a Virgin Megastore, mentre tralasciamo
Barnes & Noble, enorme libreria che abbiamo anche
a 10 minuti da casa a Seattle.
A questo punto sono ormai le 14 e decidiamo
di tornarcene in albergo.
Compriamo il Metro 7 Days Pass, che ci dara' accesso
illimitato a metro e autobus per 7 giorni. Il tutto a soli $24 e' un
vero affare. Sorvolando sul fatto che una volta usciti dalla metro ci incamminiamo
nella direzione opposta a quella del nostro albergo e ci tocca prendere
una seconda metro per riavvicinarci al Cosmopolitan, arriviamo in albergo
verso le 15, facciamo il check in e prendiamo possesso della nostra camera.
L'albergo
e' molto carino e pulito. La camera e' pulita ed accogliente
ed e' tutto cio' di cui abbiamo bisogno per il tipo di vacanza
che abbiamo in mente.
Dopo una breve ricerca su menupages.com (che diventera' il
nostro migliore amico per questa vacanza) decidiamo di provare un posto
dietro l'angolo che prepara panini. Pane Peppe si rivela un'ottima
scelta. I panini sono ENORMI e per $7 te li riempiono di prosciutto, formaggio,
peperoni o qualsiasi altra cosa possiate desiderare. In definitiva stra-consiglierei
questo posto. Mangiamo per strada mentre torniamo alla metro.
Times Square
Abbiamo deciso che un primo giorno a Manhattan non potrebbe dirsi completo
senza una visita a Times Square e dintorni.
Arrivare a Times Square, uscire
dalla metro e ritrovarsi in questo luogo leggendario e' qualcosa
di indimenticabile. Ma cio' che vorremmo
davvero fare in zona e' salire sul'Empire State Building. Abbiamo
dei City Pass e vogliamo comciare ad usarli!
Arrivati all'Empire ci
accorgiamo pero' immediatamente che
saremo costretti a rimandare: la fila fuori dall'Empire e' lunghissima,
quasi un intero isolato. Un tizio con un megafono informa i turisti che
ci vorra' almeno un'ora e mezzo per arrivare in cima.
Lasciamo
quindi perdere e decidiamo di fare una veloce visita a Macy's.
Inutile dire che di Macy's ne abbiamo a bizzeffe a Seattle e, tra
l'altro, raramente ci compriamo nulla. Ma questo Macy's ha
la fama di essere il piu' grande negozio del mondo e decidiamo quindi
di dargli un'occhiata. Il negozio si rivela esattamente identico
a qualsiasi altro Macy's, solamente molti piu' "doppioni" degli
stessi articoli abilmente distribuiti sul quadruplo dello spazio di un
normale Macy's.
Almeno gli enormi alberi di Natale e le varie decorazioni
ci ripagano un po' della delusione.
E' stata una giornata lunga
oggi, quindi decidiamo di completare il giro camminando un po' per
5th avenue (famosa per i negozi) e poi di tornare in albergo.
Tornati al
Cosmopolitan consultiamo di nuovo menupages.com e decidiamo di cenare al
Nancy Whiskey Pub, un pub famoso in zona TriBeCa per i sui hamburgers.
Il
pub e' piuttosto piccolo, con un grosso televisore dove tutti
seguono i New York Giants ed i New England Patriots ed un tavolo dove giocano
una sorta di "bocce da tavolo". Ci sediamo in un cantuccio,
e ci gustiamo un buon hamburger (forse un po' troppo al sangue, considerando
che lo avevo chiesto "medium") ed una birra, mentre i newyorkesi
si agitano guardando la partita in tv.
Ormai e' tardi e domani dobbiamo
alzarci presto per andare a Brooklyn ad assistere ad una messa gospel.